The Cloud of Unknowing. Ho Tzu Nyen. Padiglione Singapore. 54. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

ho_tzu_nyen-cloud_unknowing3La suggestiva e appartata sala del Museo Diocesano ospita uno dei più simolanti padiglioni della 54° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia: quello di Singapore. Alcuni giganteschi cuscini bianchi, quasi delle nuvole dotate di materia sostanziosa, accolgono il visitatore, il quale può usare questi ingombranti elementi come accoglienti (anche troppo) postazioni per assistere alla proiezione HD a canale singolo di The Cloud of Unknowing, film di Ho Tzu Nyen.
La visione di questo testo audiovisivo rappresenta per il fruitore un’autentica esperienza dello sguardo. Chi guarda, infatti, precipita in un vero e proprio universo parallelo nel quale apparizioni, individui, volti, luoghi, strutture architettoniche divengono fattori che vanno a costituire un magmatico e complesso “mare significante”.

Un uomo disteso su un letto sembra dormire e sognare mentre il suo corpo è risucchiato da una “piega della realtà” all’interno della quale potrebbe palesarsi una nuova dimensione; un altro soggetto dalla pelle devastata vive in un ambiente soffocante il cui soffitto è occupato da decine di lampadine; una donna è seduta su una sedia in una stanza che potrebbe essere quella di un albergo in decadimento totale; un individuo (uno scrittore?) è seduto nel suo studio le cui pareti sono riempite di libri. Poi ancora: un batterista che suona il suo strumento sotto una cascata di acqua e una persona che in un luogo chiuso è attornianta da una nuvola biancastra e fluttuante.
Infine, lunghe, levigate ed estenuanti, carrellate laterali su cibo in decomposizione e un ampio movimento dal basso verso l’alto della macchina da presa che accarezza le pareti anonime di uno stabile.

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The Cloud of Unknowing possiede una struttura visuale fortemente onirica, caratterizzata da influenze provenienti dal surrealismo e da costruzioni visive di assoluta modernità. Ho Tzu Nyen genera con questa sua prova registica un flusso visivo di totale libertà espressiva nel quale ovviamente non conta il racconto, meno che mai i contenuti, quanto piuttosto la consequenzialità imprevedibile dei significanti. L’autore non fornisce, dunque, allo spettatore punti di riferimento rassicuranti ma edifica un sistema di segni, simboli, richiami che non ha bisogno di essere decodificato e compreso. Si tratta semplicemente di esercitare il puro atto della visione e di ricostruire anarchicamente un proprio mondo.

ho_tzu_nyen-cloud_unknowing2Chi scrive è stato colto da una sensazione di inquietudine raggelante, da uno spaesamento sensoriale ma anche dal piacere sottile della perdita di senso e dell’abbandono ai segni. Sembra quasi che l’autore di The Cloud of Unknowing abbia voluto comunicare l’indecifrabilità dell’esistenza attraverso immagini basate sull’incongruenza, sul delirio (nella composizione), sulla raffigurazione dell’incubo e delle angosce umane più profonde.
Ciò che colpisce in quest’opera è anche la rara perizia tecnica che la caratterizza. Tale aspetto non è però riscontrabile in una banale deriva virtuosistica quanto piuttosto in un’evidente consapevolezza da parte dell’artista del valore evocativo e comunicativo degli elementi del linguaggio filmico.

Innumerevoli i riferimenti pittorici, quelli fotografici e ancor più quelli cinematografici: dalla cinematografia di David Lynch a certe atmosfere tipiche di David Cronenberg, fino alla più recente produzione di tutto il cinema dell’estremo oriente. La proiezione si conclude con l’emersione (dietro lo schermo) di una grande misteriosa nuvola bianca. Lo spettatore vede così concretizzarsi davanti ai suoi occhi uno dei fattori centrali dell’opera e conclude la sua esperienza percettiva in maniera del tutto visionaria e non convenzionale.

© CultFrame 06/2011


IMMAGINI

1, 2, 3 Ho Tzu Nyen. Frame da The Cloud of Unknowing.  Courtesy Ho Tzu Nyen

INFORMAZIONI

The Cloud of Unknowing. Ho Tzu Nyen. Padiglione Singapore / Curatore: June Yap
Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia
Dal 4 giugno al 27 novembre 2011
Salone di Ss. Filippo e Giacomo del Museo Diocesano / Sestiere Castello 4310, Venezia
Orario: tutti i giorni 10.00 – 18.00 / chiuso lunedì (escluso lunedì 21 novembre 2011) / Ingresso libero

LINK
Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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